Ferruccio Vidi - Guida Alpina
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Una vita dedicata alla montagna e in montagna. La passione tramandata di generazione in generazione, sempre forte e viva.
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Ferruccio Vidi

Ferruccio si definisce un alpinista di terza generazione in quanto figlio e nipote di Guide Alpine. Comincia la sua attività come aspirante Guida Alpina nel 1976, principalmente nell’area delle Dolomiti, tra il Gruppo del Brenta e il Gruppo Adamello Presanella. Oggi è presidente del Gruppo Guide Alpine Madonna di Campiglio composto di 30 elementi, ma nonostante il suo incarico istituzionale, continua ad accompagnare le persone in montagna. Abbiamo il piacere di raccontare la storia di Ferruccio grazie al rapporto di collaborazione che lega il brand alle Guide di Madonna di Campiglio ormai da anni.

Più di 80 mila km nelle gambe

Una vita dedicata alla montagna e in montagna. La passione tramandata di generazione in generazione, sempre forte e viva, nonostante i cambiamenti e gli anni che passano.
Abbiamo avuto il piacere di ascoltare Ferruccio Vidi che in poco più di un’ora è riuscito a trasmettere emozioni, passione, oltre alla fatica, all’impegno e alla dedizione che il ruolo di guida
impone e richiede. 
“Noi guide alpine diamo supporto a tutti, sia a chi chiede  semplici passeggiate sia nelle escursioni più impegnative. Ma notiamo la differenza tra chi si rivolge a noi e soprattutto vediamo la differenza tra il cliente nostalgico di 50/60 anni e il ragazzo più giovane. I valori, il rispetto per la montagna sono diversi, così come lo spirito di adattamento che spesso le nuove generazioni non comprendono. Il rifugio è un rifugio, non ci si può attendere i servizi di un hotel, non è coerente e soprattutto non è nello spirito del rifugio che deve dare accoglienza. 
Per questo quello che cerchiamo di fare è proprio diffondere il rispetto per la montagna, un luogo e un ambiente da preservare e che può offrire molto. I primi anni della nostra attività era sicuramente più ostile e meno facile da avvicinare. Ora si moltiplicano i racconti sui social, le foto dei selfie, i consigli sulle gite, e tutto ciò è positivo perchè ha permesso di aumentarne la notorietà, la richiesta, si comprende la bellezza, l’importanza del movimento e del tempo trascorso in mezzo alla natura, ma non dobbiamo dimenticare che la montagna ha le sue regole a cui tutti devono sottostare”. 

Chi diventa guida ha già un forte legame con la montagna. Deve già essere alpinista e sciatore, questi sono requisiti fondamentali, ma poi la formazione è molto rigida e approfondita su aspetti fondamentali come la sicurezza. Il grande passaggio da alpinista a guida è proprio questo. “Imparare a conoscere i propri limiti, rispettarli e averne la consapevolezza sono tra gli aspetti più importanti che deve avere una guida. Il salto da alpinista a guida è proprio questo, avere la responsabilità degli altri e comprendere quanto sia il caso di fermarsi” 

Le guide alpine sono state i primi promotori del turismo in montagna, coloro che accompagnavano chi non era esperto. Questo è ancora un ruolo importante, oltre a quello di educare. “Ci sentiamo promotori non solo dei valori, ma anche di insegnamenti per vivere al meglio una gita in montagna, come ad esempio l’attrezzatura, dalle scarpe a cosa mettere nello zaino. Al fondamentale concetto del portarsi i rifiuti a casa” 

Parlare di calzature per una Guida come Ferruccio è fondamentale, soprattutto dopo aver percorso, in 45 anni di attività, l’equivalente di due giri del mondo con gli scarponi ai piedi.

“Ho trovato gli scarponi Rigel, usati durante i molti percorsi di trekking, leggeri, confortevoli, affidabili, e comodi. Sono un’ottima soluzione per fare trekking di più giorni, come ho fatto io,

perché hanno una buona calzata e si modellano bene al piede.”

Quando i piedi sono protetti ed asciutti si può pensare a godere delle meraviglie che la montagna ci offre. La montagna ha le sue regole, chiede molto ma dona anche molto, in modo diverso a seconda di ciò che si affronta.

“La frequentazione della montagna mi ha fatto vivere tante emozioni nuove e diverse. L’arrampicata su roccia procura molta adrenalina quando si scala da primo di cordata e si superano grandi difficoltà. Le ferrate richiedono molta attenzione perché anche i sentieri che possono sembrare più facili nascondono sempre qualche insidia. Quando ho affrontato le grandi montagne in Himalaya ho capito che servono forza di volontà e molta pazienza per completare il percorso, così come per attraversare ghiacciai e superare pareti di neve e ghiaccio. I trekking di più giorni, magari in ambienti isolati e poco frequentati  possono creare ansia e apprensione, ma la grande soddisfazione che si prova quando si completa un percorso supera ogni sentimento negativo. E le gite giornaliere portano serenità e soddisfazione se fatte in giornate di bel tempo e anche se si pensa che noi guide ambiamo sempre alle sfide più impegnative, in realtà ci piace godere anche di quelle più semplici. Il momento migliore per entrare in contatto con chi accompagniamo, raccontare ed educare.

La montagna offre molteplici sensazioni ed emozioni, tra alti e bassi alla fine si va sempre avanti per raggiungere l’obiettivo: la cima. Per questo si va in montagna. Perché la montagna è vita.”

 

Grazie Ferruccio per averci concesso le tue parole e il tuo tempo. 

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